Liz la blogger i suoi mille viaggi nel mondo – Travolgente e creativa, Liz è una delle blogger friend di Brickscape. La sua principale caratteristica è quella di essere sempre in movimento e di amare il viaggio in tutte le sue forme. Annalisa – per gli amici e i suoi lettori semplicemente Liz – è la vulcanica blogger de www.iviaggidiliz.it. Aspirante giornalista pubblicista, scrive su un giornale telematico locale di cultura ed informazione, Odysseo, oltre a condurre una rubrica radiofonica mensile di viaggi su una radio web, The Crazy Radio.
LIZ LA BLOGGER E I SUOI MILLE VIAGGI NEL MONDO
24 Paesi in soli sei anni! Una media eccellente per una travel blogger! Qual è stato il tuo viaggio del cuore, quello che non dimenticherai mai?
Sono dell’idea che non esiste una meta più bella di tutte. Ho visto la bellezza ovunque.
Nel Sole di mezzanotte, seduta in riva ad un lago nei boschi della Svezia. Sulla roccia a picco sul fiordo, dopo 24 chilometri di scalata in Norvegia. Negli occhi di un bambino del Laos che mi chiedeva caramelle. Nei forti odori e nei sapori speziati nelle tajine del Marocco, nei coloratissimi tappeti turchi e nei lampadari del Gran Bazaar di Istanbul; in una Cuba autentica, fatta di sigari e caffè, degustando il Rhum a ritmo di salsa.
In una metropolitana, grigia e frettolosa Londra, nelle strade fatte di acqua tra Amsterdam e Venezia, in quegli occhi a mandorla così profondi, e così piccoli, un po’ perché orientali, un po’ perché la Thailandia è la Terra del Sorriso, e quando si sorride si strizzano gli occhi. In un saliscendi di tram gialli nel cuore di Lisbona, in quei vicoli così stretti che poi si aprono in una balconata sull’Oceano.
Nei boschi della Galizia percorrendo il Cammino di Santiago. Ho visto la bellezza anche negli anfratti più nascosti di una contraddittoria Napoli. O sui treni sgangherati marocchini, sulle pericolosissime strade albanesi del Passo del Llogara. Nei caldi sapori delle zuppe dell’Est. Il mondo ti rapisce l’anima, te la mescola, te la intruglia e quando torni da un viaggio rimani lì, a guardarti. Confuso, perché non sei più lo stesso.
Liz, nel tuo blog iviaggidiliz.it, racconti della forte influenza su di te, da parte di tua nonna, altra viaggiatrice infaticabile. Puoi raccontarci qualcosa di più di lei e di te?
Avevo ancora pochi anni e poca consapevolezza quando iniziai a familiarizzare con Matrioske russe smontabili che si contenevano a loro volta, Klompen olandesi di legno colorati e con la punta all’insù, quadrifogli verdeggianti del cuore d’Irlanda e minuscole ballerine dagli abiti strani, dai Dervisci al Flamenco, al Sirtaki, a cartoline di Azulejos portoghesi e di minareti altissimi a dominare gli orizzonti grigio piombo di Istanbul. E mi abbuffavo con chilogrammi di cioccolata proveniente dalle altitudini svizzere e dalle Fiandre, leggevo programmi e guide di viaggio e mi divertivo a pronunciare gli strani nomi che leggevo, Tallin, Vilnius, Liechtenstein, Helsinki, Reykjavik.
Se solo mi dovessi guardar indietro adesso, ringrazierei quella donna dai capelli d’argento mille altre volte ancor più di quanto già non lo faccia, perché con le sue piccole gioie donatemi da ogni posto di mondo, mi ha incoraggiata a salire sulle punte dei piedi nonostante la bassa statura d’una bambina, per curiosare da una finestra con affaccio sull’infinito, IL CULTO DEL VIAGGIO… mia nonna è progenitrice di un’Arte pura che mi scorre nelle vene!
Oltre a tua nonna, quali sono state le altre ispirazioni, che ti hanno spinto a scrivere di viaggi?
Sono nata alla fine degli anni Ottanta, quando ancora ci si scriveva lettere a mano o con la macchina da scrivere. E gli ordinari francobolli in vendita erano solo quelli quadrati, quelli che dovevano passare cinque – sei giorni, prima che la lettera arrivasse a destinazione. Mia madre sin da ragazzina aveva una corrispondenza con una sua coetanea residente in Gran Bretagna, di nome Dawn, a cui ha scritto in inglese per anni ed anni, inviando e ricevendo buste piene di pagine e pagine di inchiostro, storie e fotografie, foglie e portafortuna. E così l’inglese mi ha da sempre affascinata. A dieci anni già scrivevo lettere in inglese con mia mamma e le spedivo a Dawn, e all’uscita da scuola non facevo che correre alla cassetta postale per vedere se la fatidica busta con la sua risposta fosse lì. Piena di righe, di storie, e di tante parole strane che mi andavo a cercare sul dizionario per comprenderne il significato.
Crescendo, ho scelto di frequentare l’Istituto Tecnico per il Turismo perché amavo l’inglese, ma nonostante tutto volevo studiare altre lingue, spinta dal desiderio di viaggiare e conoscere altra gente con altre culture. Insomma altre Dawn, così affabili, così dolci, così disponibili a raccontare della loro cultura e delle loro tradizioni, ma non solo in Gran Bretagna: in giro per il mondo. Ho studiato anche il francese ed il tedesco, curiosa di scoprirne la terra. Ed è stata una scoperta vitale, per me. Il primo aereo per Londra, poi un altro, Parigi, poi un altro ancora, Berlino, Monaco, Barcellona, Praga, e poi tutta l’Europa. E poi Thailandia, e poi Cuba, e poi Marocco, e poi fino a 24. Non mi sono più fermata: viaggiare è la mia linfa vitale, io vivo per questo.
Cosa ti ha spinto a creare un blog e raccontare i tuoi viaggi, e soprattutto il tuo modo di concepire il viaggio?
La mission del mio blog è quella di condividere ogni più celato, quanto meraviglioso angolo di mondo che i miei occhi abbiano veduto, con persone interessate a viaggiare anche seppur solo con la mente, perché impossibilitate a farlo per qualsiasi motivo, oltre a quella di valorizzare ogni angolo del territorio, locale o estero, che per molti è ormai dimenticato o caduto nell’abituale. Quando non sono in viaggio, racconto ricordando. Non bisogna essere per forza affetti dalla famosa Sindrome di Wanderlust per leggermi. Basta essere amanti del bello, dei dettagli, dei colori, perché il Mondo è bello, ogni dettaglio può rivelare un infinito, ed è soprattutto variopinto: di paesaggi, di pelli, e di animi. Il Viaggio per me è la vera fiamma che arde e nutre la mia anima, di bellezza e di vita.
Cosa ne pensi del turismo esperienziale e delle esperienze in viaggio?
Credo che il turismo esperienziale sia una valida alternativa al solito viaggio. Per carità: ogni viaggio è sempre una scoperta, non è mai statico. Ma fare un’esperienza mentre si viaggia è un po’ come penetrare nell’anima di un luogo, lasciandosi coinvolgere dai cinque sensi, e mai rimanendone in disparte osservando quel luogo da fuori.
La tua meta ‘esperienziale’ ideale è fatta di natura, sport, cucina o cultura?
Credo che la meta esperienziale ideale debba abbracciare tutti i cinque sensi: assaporare pietanze tipiche e locali, ammirare paesaggi bellissimi, odorare i profumi della natura, toccare la Terra ed i suoi frutti, ascoltare i suoni ed i rumori di un luogo. È solo così che un luogo, o un’esperienza, ti penetra e ti permane dentro.
Qual è il viaggio che hai a lungo sognato e che ancora non sei riuscita a fare?
L’India. Da Nord a Sud, da Est a Ovest. Ho intenzione di viaggiare per almeno tre mesi in questo meraviglioso Paese, per prendere tutto quello che ha da offrire. Mi sto organizzando.