Sapevate che anche in Italia ci sono luoghi che ricordano quei Canyon che nel nostro immaginario pensavamo di trovare solo andando in America?
Negli ultimi anni – per gli amanti dell’avventura – si è diffusa la moda del canyoning, che permette agli appassionati della natura di percorrere torrenti fra tuffi e scalate, lungo cascate e canyon accompagnati da esperti professionisti.
Esistono canyon di vario genere in tutta Italia, alcuni visitabili soltanto facendo canyoning accompagnati da guide, per altri invece sono sufficienti un paio di scarpe da trekking e una buona dose di avventura!
In un angolo del Valdarno superiore, poco distante dalla località di Montevarchi (in provincia di Arezzo), la collina toscana si trasforma improvvisamente in un paesaggio da canyon americano, è qui che si trova il bellissimo e ancora poco conosciuto Canyon delle Balze. Scarpe da trekking ai piedi, una mattina di inizio settembre, ci dirigiamo per il sentiero ad anello segnalato dal Cai, che inizia nei pressi di Castel Franco di Sopra. Un piccolo tabernacolo in legno ne segna l’inizio.
A sorprenderci, lungo questo cammino di 5 km, è la morfologia di questo canyon. I sentieri che attraversano le Balze sono tanti diversi per dislivello, impegno e durata, ma tutti hanno in comune lo stesso meraviglioso paesaggio! Uno spettacolo unico, costituito da sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte fino a un centinaio di metri, di forme diversificate, intercalate da profonde gole. Cerchiamo di catturare con la macchina fotografica l’emozione che proviamo.
Di fronte ai nostri occhi alte montagne rosse con pinnacoli e aspre guglie rocciose, il paragone con certi canyon americani è sorprendente! Dopotutto scopriamo che così come e accaduto per il Bryce Canyon in Utah, le Balze si sono formate dai sedimenti depositati da un lago nel pliocene e nel pleistocene, lungo circa 20 km, che occupava l’attuale Valdarno. L’erosione atmosferica, a cui poi sono state sopposte, le ha conferito l’aspetto attuale, regalandoci un paesaggio tipico di certi film western.
Non resistiamo e ci incamminiamo in una stradina che scende rapidamente verso il Borro delle Fossate in mezzo ad una folta vegetazione che svela a tratti le guglie giallognole.
Le guglie che vediamo lungo il percorso, per molti ancora poco conosciute, in realtà hanno fatto il ‘giro del mondo’ Leonardo da Vinci affascinato dalla particolarità di questo paesaggio toscano, lo ha dipinto come sfondo di molti sui quadri, il più famoso di tutti sicuramente è la Gioconda!!
Proseguiamo per una strada bianca che ci reintroduce al classico paesaggio toscano con appezzamenti di terra ed ampi prati verdi modulati da lievi pendenze. Qui il percorso arriva ad un bivio in cui è possibile tornare verso la strada provinciale di Botriolo, oppure proseguire nella seconda parte del tracciato. Noi proseguiamo imboccando il sentiero dell’acqua zolfina in una vallata molto suggestiva, che mostra tutto il suo splendore con una campagna colorata da infinite tonalità. Dopo poco la vallata si ristringe ed il percorso propone un sentiero in salita dove campeggia un forte odore di zolfo, è il borro dell’acqua zolfina, tra le varie macchie di vegetazione spuntano ancora le piccole guglie delle Balze. L’ultimo tratto del percorso è più in salita, anche se non troppo impegnativo, e ritorniamo sulla strada dei Setteponti in direzione dell’antica Badia a Soffena e poi di nuovo al punto di partenza.
Termino l’escursione con un po’ di tristezza come quando arrivi ai titoli di coda di un bel film, ma con la voglia di pubblicare al più presto questo post per farvi conoscere questo luogo così magico.