In Umbria con Marta Ercoli blogger friend di BrickScape. Se non vedete l’ora di scoprire i segreti che solo questa regione vi può regalare, non vi resta che seguire sul blog gli articoli di Marta, blogger di Tuiqui.it  e “umbra doc” da oggi “friend” di Brickscape.

In Umbria con Marta Ercoli blogger friend di BrickScape! Siete curiosi di conoscerla? Vi accontentiamo subito! Le abbiamo posto per voi alcune domande…

Sei molto legata alle tue radici e ti definisci: «un’umbra vera: sangue misto della media e dell’alta valle del Tevere, un mix esplosivo di pacatezza, riflessività, radici ben ancorate a terra ed una spessa e sana corazza alle novità». Cosa significa per te raccontare la tua regione attraverso www.tuqui.it?

Mostrarla per quello che è, realmente. Di noi umbri si dice molto spesso che siamo testardi, chiusi, poco inclini al sorriso e sospettosi. Non che ci dispiaccia, credo che siamo noi stessi ad averlo voluto. Chi ci conosce bene sa, però, che è una forma di difesa. L’Umbria stessa appare selvaggia, difficilmente accessibile, ma per chi sa trovare la chiave si apre una realtà ben diversa. Ecco, quello che vorrei fare io è questo: dare indizi per trovare le chiavi. Dare indizi. Non darle in mano già pronte… sennò, che umbra sarei?

L’Umbria è una regione che ha un eccellente rapporto con il turismo. Secondo te ci sono alcune cose che potrebbero essere ancora migliorate?

L’Umbria è conosciuta maggiormente per due aspetti fondamentali della sua storia: la religione e la natura, su cui si basa in linea di massima la comunicazione turistica. In questi due ambiti forse non si può davvero migliorare, ma ci sono tanti altri aspetti che fanno dell’Umbria un mondo da scoprire: è un territorio costellato da piccole realtà, per questo difficile da far emergere completamente, ognuna delle quali esprime un aspetto singolare e peculiare, che può riguardare gli argomenti più svariati, dalla storia antica (non solo medioevo!) fino a quella più recente, il cibo o l’arte contemporanea.

Il tuo luogo del cuore in Umbria?

Se dovessi sceglierne solo uno forse sarebbe quello che per primo ho potuto “esplorare” da bambina: i boschi e i campi accanto ad un torrente dove sono cresciuta, il Resina, che tutti chiamiamo il fosso della Resina. Ora, da grande, ho scoperto che era uno dei posti preferiti anche da Andrea Pazienza che poco più su di dove mi trovavo io, “dove gli uomini aspirano ancora ad essere liberi”, andava in cerca di carpe, come scrive Stefano Benni in un suo racconto.

E una meta poco visitata dalle tue parti?

L’Umbria è di solito associata a luoghi importanti per ragioni storico-culturali ma anche logistiche. Fuori dai circuiti più battuti c’è tutta l’Alta Valle del Tevere che nasconde un patrimonio immenso di storia e natura, i cui centri non hanno nulla da invidiare alle mete più conosciute. Penso a Città di Castello, Umbertide, Montone e Pietralunga, fino a piccolissimi borghi come Santa Giuliana.

Come e quando è nata la tua viscerale passione per i viaggi?

Non ricordo un momento preciso in cui ne ho preso coscienza. Ma posso risalire al come: la voglia di scoprire e capire che la realtà non è solo quella che hai sempre sotto il naso, di conoscere tutto quello che è diverso da te e che viaggiare risponde a tante domande che non pensavi neppure ti stessi facendo.

Sei laureata in Archeologia, in che modo concili questo tuo prezioso background con lo scrivere di turismo, escursioni e viaggi?

La curiosità che mi ha spinto ad amare l’archeologia è la stessa che mi porta a guardare con più attenzione il mondo che vivo ogni giorno o quello che esploro per la prima volta. Un archeologo raccoglie le fonti scritte e materiali, le unisce tra loro e cerca tutte le possibili connessioni. Io cerco di usare questo metodo, che trovo profondamente poetico, anche quando racconto un viaggio o un’escursione

Parliamo di viaggi personali. Qual è stato quello più bello che hai fatto? E perché?

Inizia con me e la mia amica Chiara su un treno che sembrava non arrivare mai. La destinazione era Bregenz, sul Lago di Costanza in Austria, dove ci aspettava un’altra amica, Anna. Avevamo appena 18 anni, era il nostro primo viaggio all’estero e da sole. I nostri genitori ci avevano permesso di organizzare in autonomia le date del ritorno, era bello sentirsi adulte e libere. Riesco benissimo nella mia mente a ripercorre le strade che per un mese abbiamo fatto in bici alla scoperta delle rive del Lago.

Quali sono le letture preferite che ti hanno ispirato come blogger? E quali sono le guide turistiche che scegli per un viaggio?

Per rimanere in tema antichità, penso subito a Erodoto, se fosse vissuto nel mondo di oggi sarebbe un travel blogger perfetto! Credo sia per merito suo se cerco sempre le guide con un’ampia sezione sulla storia e sulle tradizioni del posto che vado a scoprire. Trovo indispensabili quelle del National Geographic e del Touring Club. I miei scrittori preferiti non rientrano nei canoni della letteratura da viaggio vera e propria, ma sia che parlino di luoghi ideali come Gabriel Garcia Marquez con la sua Macondo, o di luoghi vissuti durante la guerra come Ernest Hemingway con il confine italo-austriaco, o di luoghi circoscritti come Jane Austen con la campagna inglese, lo fanno con un trasporto tale da entrare nella tua memoria.

Che opinione ti sei fatta sul turismo esperienziale?

Per me il turismo esperienziale è un modo per aiutare a trovare le risposte, sono convinta che un viaggio risponde sempre ad una qualche domanda, anche se alla partenza non sappiamo quale sia. A differenza di un turismo superficiale e poco attento, si pone come alternativa necessaria per chi vuole conoscere in maniera più profonda e significativa un luogo e chi lo abita.

Quale esperienza vorresti provare, dando libero sfogo alla fantasia?

Lasciando la mia fantasia liberissima di muoversi, penserei ad una macchina del tempo. E l’esperienza che mi piacerebbe più fare sarebbe quella del Grand Tour nell’800. Oppure, cosa meno improbabile di un viaggio nel tempo, uno in mongolfiera, magari seguendo il percorso di un fiume o di una costa. Potrebbe sembrare poco fantasioso, ma per una che soffre terribilmente di vertigini diventa fantascienza. Riuscirei a superare i miei limiti ed avere una visione d’insieme con un solo sguardo.

E tu, sei pronto per andare In Umbria con Marta Ercoli blogger friend di BrickScape?